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La DERMATITE ATOPICA è la malattia infiammatoria cutanea più comune ed è molto diffusa: colpisce circa 230 milioni di persone in tutto il mondo, 35500 solo in Italia.
È una patologia complessa e multifattoriale, in cui fattori genetici, ambientali e immunologici concorrono alla comparsa delle lesioni cutanee pruriginose, con morfologia e distribuzione tipicamente legata all’età. Spesso, la dermatite atopica è la prima tappa della così detta “marcia atopica”: questa patologia della pelle è ritenuta infatti un fattore scatenante per lo sviluppo di un insieme di malattie molto diverse tra loro, tra cui asma, rinite e congiuntivite allergica.

 

Oltre agli aspetti biologici e patogenetici, il fattore psicologico è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione. Elementi come lo stress possono peggiorare ulteriormente le manifestazioni cutanee e i sintomi stessi come il prurito intenso, le escoriazioni, i forti arrossamenti della pelle, possono condizionare pesantemente la vita personale e le relazioni sociali, con conseguenti ricadute sulla qualità della vita e quindi sulla sfera psicologica della persona che ne è affetta e dei suoi famigliari. Non è un caso che le persone che soffrono di dermatite atopica manifestino solitamente anche altre problematiche, quali insonnia, stress, discriminazione, sfiducia, fino a quadri depressivi.
Vivere con una malattia cronica è una sfida continua e, poiché ad oggi non esistono cure risolutive, è importante per il paziente e per i suoi famigliari imparare a gestire al meglio la malattia. Conoscere a fondo la patologia è il primo passo per raggiungere questo obiettivo.

 

Che cos’è la dermatite atopica?

 

La dermatite atopica è una malattia della pelle comune, cronica, recidivante, e infiammatoria. È caratterizzata dalla comparsa di lesioni cutanee pruriginose, con distribuzione tipica a seconda dell’età dovute principalmente ad un difetto della barriera cutanea e da iper-reattività cutanea.
Il termine Dermatite deriva dal greco “derma“, che significa pelle, e “itis“, che significa infiammazione, non è quindi una malattia infettiva. Esistono diverse forme di dermatite, nel caso della dermatite atopica questa si differenzia dalle altre proprio per la presenza dell’atopia.

 

Cosa significa atopia?

 

L’atopia è definita come una tendenza ereditaria nel produrre specifici anticorpi denominati immunoglobuline E (IgE) in risposta a piccole quantità di allergeni ​​ambientali comuni come polline, polvere domestica, acari e allergeni alimentari. Questa condizione determina la comparsa di sintomi quali rinite e congiuntivite allergica, asma ed eczema.

 

Come si manifesta la dermatite atopica? Quali sono i sintomi?

 

Il sintomo principale è il prurito, descritto come talmente intenso da disturbare le attività quotidiane, il sonno, l’attività lavorativa, lo studio e quindi incidere negativamente sulla qualità di vita dei pazienti e dei loro famigliari.
Le lesioni cutanee sono tipicamente eczematose, eritemato-vescicolose in fase acuta ed eritemato-squamose e lichenificate in fase cronica. La pelle ha inoltre una maggiore tendenza alla secchezza.

 

Nei primi mesi di vita può esordire con la così detta “crosta lattea” sul capo, poi la malattia può diffondersi sul volto e sulle superfici estensorie degli arti dei lattanti. In seguito, si sviluppa con un coinvolgimento delle pieghe, del collo, dei gomiti e delle ginocchia.
Negli adulti è molto comune l’interessamento del volto e parte alta del tronco, in particolare collo, torace, piega del gomito, spalle e ginocchia, ma anche sul cuoio capelluto, mani e piedi.

 

Quali sono le cause?

 

La dermatite atopica è una malattia complessa e multifattoriale. Hanno un ruolo chiave, oltre alla predisposizione genetica, anche fattori ambientali come esposizione ad allergeni alimentari, inalanti perenni e stagionali, irritanti e allergeni da contatto (nichel), infezioni, alterazioni emozionali e abitudini di vita.

 

La patogenesi della dermatite atopica è multifattoriale, in particolare è caratterizzata da: un difetto della barriera epidermica su base genetica, l’iper-produzione di IgE, anomalie nella risposta immunitaria cellulo-mediata della cute e un’aumentata predisposizione alle infezioni cutanee.

 

Le persone che presentano mutazioni nel gene della filaggrina hanno un rischio maggiore di sviluppare la dermatite atopica. Ma che cos’è e a cosa serve esattamente la fillagrina?

 

La barriera cutanea può essere descritta come l’intonaco che riveste i mattoni che costituiscono l’epidermide (cheratinociti). Solo se integra proteggerà la pelle dagli agenti esterni. Il gene della filaggrina codifica per proteine ​​strutturali dello strato corneo e dello strato granuloso che aiutano a legare insieme i cheratinociti e a costituire la barriera cutanea, ovvero l’intonaco. Ciò mantiene intatta la barriera cutanea e la corretta idratazione della pelle. Se, come in questo caso, sono presenti mutazioni, la filaggrina non svolgerà a dovere il suo compito, portando alla disidratazione e causando l’eczema.

 

La pelle risulta quindi più esposta ad una maggiore penetrazione di allergeni. A questo si aggiunge una tendenza e produrre maggiori quantità di IgE. Le risposte allergiche IgE-mediate non sono quindi la causa della malattia, quanto piuttosto una conseguenza degli squilibri della barriera cutanea. Infatti, la disfunzione della barriera innesca dei segnali che da una parte tendono a riparare la barriera ma dall’altra innescano l’infiammazione: i cheratinociti dei pazienti con dermatite atopica tendono a produrre di base e, dopo stimolo, maggiori quantità di citochine pro-infiammatorie.

 

Per questi motivi, prevenire precocemente la pelle secca e l’eczema attraverso l’applicazione di emollienti costituisce un bersaglio di primaria importanza della prevenzione e terapia della dermatite atopica.

 

Quante persone ne sono affette e chi colpisce?

 

È la più comune malattia infiammatoria cutanea con una prevalenza complessiva tra il 10 e il 20% in età pediatrica e tra il 2 e il 5% in età adulta. Si stima che colpisca 230 milioni di persone nel mondo e circa 35500 in Italia, di cui circa 7500 persone affette da una forma grave.
Il 60% dei pazienti presenta le prime manifestazioni cliniche nei primi due anni e l’85% nei primi cinque anni di vita. Più raramente insorge prima dei due mesi o in età adolescenziale/adulta. Nel caso degli adulti con dermatite atopica, i due terzi circa sono esorditi nell’infanzia, mentre un terzo inizia in età adulta. Circa il 60% dei casi infantili non è più presente alla pubertà, sebbene in più del 50% dei casi si possano osservare recidive in età adulta.

 

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